sabato 24 maggio 2008

Trieste. Romeni e altri sbandati ricattano e minacciano i commercianti del Silos

Un gruppo di negozianti della stazione delle autocorriere all'interno del Silos in piazza Libertà a Trieste si ribella ad una situazione in cui non riesce più a vivere e a lavorare con la tranquillità e serenità che dovrebbe essere un diritto di tutti dovunque nel Paese: “Una banda di romeni ci minaccia se non diamo loro dei soldi. Si accontentano di poco ma abbiamo paura che ci aggrediscano. Sono i finti invalidi, quelli che ogni giorno chiedono l'elemosina in città e poi alla sera appoggiano le stampelle al muro e camminano normalmente. Proprio ieri uno di loro ha fatto il gesto di passare con il dito sul collo, sotto la gola”. Questa la denuncia raccolta da Corrado Barbacini e riportata in un articolo del quotidiano triestino Il Piccolo.
Ieri mattina, racconta l’articolo, c'è stato l'ultimo episodio, quello che ha fatto scatenare la rabbia. Sarebbe stato chiesto una sorta di «pizzo» a un addetto alle pulizie. «Dammi un po' di soldi ogni giorno e ti lascio tranquillo, ti proteggo». Ma l'uomo, un cittadino ucraino in attesa regolarizzazione, ha risposto con un diniego. E così si è trovato lordato con escrementi fin nei lavandini uno dei servizi igienici che aveva appena pulito all'interno del Silos.
«Abbiamo chiamato sia la polizia che i carabinieri. Ma la verità è che possono fare ben poco. Li controllano e poi li lasciano andare. Poiché i rumeni sono cittadini comunitari non possono fare nulla, se non identificarli. Ieri sono arrivati anche gli agenti della polfer i cui uffici sono a pochi metri dal Silos. Hanno anche accompagnato in commissariato i rumeni che erano stati indicati. Ma poi tutto è finito in nulla», dice il titolare della tabaccheria e un altro commerciante: «Spesso quegli sbandati vengono all'interno dello spazio dei negozi. Sono aggressivi. Perdiamo clienti». E la barista: «Ogni mattina vengono nel locale, ordinano il caffè e poi quando si tratta di pagare se ne vanno. Salutano e non pagano. Ho paura che uno di loro prenda un coltello e mi aggredisca. A causa di zingari, rumeni e drogati ho perso la metà dei miei clienti abituali». Un’altra testimonianza, una commerciante: «Mi hanno detto che hanno minacciato l'addetto alle pulizie. Spero che non accada a me. Pago ben 1500 euro di affitto al mese per un negozio di 40 metri quadri e in questa somma dovrebbe anche essere compresa la sicurezza, ma invece il Silos è lasciato all'abbandono totale. Si guadagna sempre di meno e ora dopo i ladri che portano via denaro e sigarette arrivano anche gli sbandati. Parlano di turismo...».
Un agente della polfer conferma le testimonianze raccolte dal giornalista: «È vero, c'è un gruppo di sbandati. Ma non possiamo fare molto. La competenza del Silos è della questura e noi ci occupiamo della stazione ferroviaria e di quello che accade. Se ci chiamano interveniamo, ma non possiamo certo presidiare il Silos». E al giornalista “spiega che sono una trentina i senza casa, romeni, polacchi o slovacchi ma anche qualche italiano che si aggirano nella zona della stazione in cerca di riparo. Un tempo, fino a un anno fa, si rifugiavano all'interno della stazione, dormivano quando c'era freddo nelle sale d'aspetto, ma poi dopo la ristrutturazione la zona è diventata off-limits. Avevano trovato posto in un paio di vecchi vagoni ferroviari, ma tempo fa anche questi rifugi erano stati rimossi. Così avevano cercato un tetto nell'edificio abbandonato dell'ex Silos, vicino al garage. Ma i titolari dei negozi vicini avevano protestato e si erano rivolti al questore e al prefetto perché non volevano il dormitorio abusivo. Ora si sistemano in baracche di fortuna vicino al Silos, in prossimità degli sfiatatoi”.
Se sono senza casa, rimandarli a casa loro no? C’è il nuovo pacchetto sicurezza che dovrebbe risolvere il problema, in quanto prevede che anche i cittadini comunitari che non possono dimostrare mezzi di sussistenza devono essere allontanati dal paese. Se tale è la situazione di quei disperati che costituiscono con evidenza un problema di ordine pubblico, non resta che attendere con fiducia un intervento in tal senso.

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