Spesso si taccia la Lega Nord di sproloqui o di assurde pretese, magari cercando di far passare per scherzi da Zelig le parole di Bossi sul federalismo o le minacce di secessione. È palpabile un dato di fatto che non può essere eluso: lo Stato si fonda s’un governo centrale che tiene unite con lo scotch due Italie (o quattro se si considerano a sé Sicilia e Sardegna). E lo scotch lo fornisce di tasca sua il Nord.
Che così sia lo testimonia ed asserisce un'indagine dell'ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha ipotizzato a cosa andrebbero incontro le Regioni qualora coprissero almeno il 45,6% (dato medio nazionale) della propria spesa corrente con tributi propri. Il risultato è che il federalismo fiscale “costerà” agli amministratori locali del Mezzogiorno “forti tagli alla spesa corrente”.
Dall'elaborazione degli artigiani di Mestre emerge che in regioni come la Basilicata e la Calabria “gli amministratori locali sarebbero costretti ad aumentare le tasse di 550 euro ai loro cittadini o ridurre drasticamente la spesa di 1.206 euro procapite”, in Calabria analoga situazione: o aumento delle tasse di 506 euro procapite o riduzione spesa di 1.108 sempre pro capite. In Puglia la spesa dovrebbe essere ridotta di 580 euro e in Campania di 505 euro.
Insomma, grazie ai Savoia ed al pensiero unitario dell’Ottocento, ciascuna famiglia del Nord si trova ad aver adottato od in “comproprietà” con i vicini senza saperlo fors’anche una famiglia dell’altra Italia. E poi, lo dico ai brembiesi, in Consiglio comunale ci facciamo il sangue cattivo per il raddoppio dell’addizionale irpef per sostenere la spesa dell’ampliamento della scuola media per dare alle elementari una sede moderna ed idonea? La consapevolezza d’essere tanti Pantalone c’era, tant’è che il voto leghista è raddoppiato, ora ci sono anche i numeri che la rendono un dato reale.
Il nuovo governo deve fare il grande sforzo necessario per avviare innanzitutto il federalismo fiscale, unico strumento utile per togliere il Paese da quello scivolo verso la bancarotta sul quale si trova per scelte sbagliate fatte nel passato; e a tempi lunghi creare le condizioni per una nuova organizzazione statuale su base federale, in linea con la prospettiva europea di una Europa delle Regioni.
Che così sia lo testimonia ed asserisce un'indagine dell'ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha ipotizzato a cosa andrebbero incontro le Regioni qualora coprissero almeno il 45,6% (dato medio nazionale) della propria spesa corrente con tributi propri. Il risultato è che il federalismo fiscale “costerà” agli amministratori locali del Mezzogiorno “forti tagli alla spesa corrente”.
Dall'elaborazione degli artigiani di Mestre emerge che in regioni come la Basilicata e la Calabria “gli amministratori locali sarebbero costretti ad aumentare le tasse di 550 euro ai loro cittadini o ridurre drasticamente la spesa di 1.206 euro procapite”, in Calabria analoga situazione: o aumento delle tasse di 506 euro procapite o riduzione spesa di 1.108 sempre pro capite. In Puglia la spesa dovrebbe essere ridotta di 580 euro e in Campania di 505 euro.
Insomma, grazie ai Savoia ed al pensiero unitario dell’Ottocento, ciascuna famiglia del Nord si trova ad aver adottato od in “comproprietà” con i vicini senza saperlo fors’anche una famiglia dell’altra Italia. E poi, lo dico ai brembiesi, in Consiglio comunale ci facciamo il sangue cattivo per il raddoppio dell’addizionale irpef per sostenere la spesa dell’ampliamento della scuola media per dare alle elementari una sede moderna ed idonea? La consapevolezza d’essere tanti Pantalone c’era, tant’è che il voto leghista è raddoppiato, ora ci sono anche i numeri che la rendono un dato reale.
Il nuovo governo deve fare il grande sforzo necessario per avviare innanzitutto il federalismo fiscale, unico strumento utile per togliere il Paese da quello scivolo verso la bancarotta sul quale si trova per scelte sbagliate fatte nel passato; e a tempi lunghi creare le condizioni per una nuova organizzazione statuale su base federale, in linea con la prospettiva europea di una Europa delle Regioni.
Nessun commento:
Posta un commento