giovedì 29 maggio 2008

Lo Šoht non è Auschwitz

«Oltre a Auschwitz pensiamo sia doveroso organizzare all' estero un viaggio a Berlino per visitare il muro, in Italia a Trieste per vedere le foibe di Basovizza. E a Roma nel municipio XII una visita al quartiere Giuliano-Dalmata». “Per vedere [sic!] le foibe di Basovizza”, così una nota della Federazione romana di Azione Sociale a proposito della volontà espressa dal sindaco di Roma Gianni Alemanno di continuare l' esperienza dei viaggi degli studenti ad Auschwitz avviata da Walter Veltroni. In verità a Basovizza vi è più di una cavità, ma quella che interessa ai romani è il pozzo della miniera. Un viaggio a Trieste è utile per la città, porta qualche soldo, e forse sul famoso “monumento” qualcuno ha pensato al possibile ritorno nel momento di fare l’investimento necessario per l’attuale sistemazione. Non voglio qui aprire il contenzioso sul fatto che lo Šoht sia o no una “foiba” nel senso che tale parola ha assunto negli anni quaranta. Mi sembra che forse a visitare l’abisso Plutone si potrebbe avere maggiore soddisfazione o ci si potrebbe recare magari altrove, che ne so, a Vinež in Istria ad esempio, giunto per avere la certezza certa di aver visitato un luogo dove fu vissuta realmente quella lontana esperienza. A Trieste si potrebbe visitare la Risiera che per molti ebrei fu l’anticamera di Auschwitz, ma per molti sloveni, croati e italiani fu il capolinea della loro vita.

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