sabato 10 maggio 2008

Veltroni e le sue ombre

Un tempo “zuzzurullone” o, se volete, “zuzzurellone” o “zuzzerellone” o anche “zuzzerullone”, era l’ultima parola del dizionario italiano. Il lemma indica un “ragazzo o persona adulta che, come un bambino, pensa sempre al gioco e allo scherzo. Oggi il ragazzone della politica italiana, Veltroni, ha divulgato l’elenco dei suoi amichetti che nel loft al tepore del “caminetto” si ingegneranno ad interminabili partite del nuovo gioco di tendenza, lo shadow cabinet. Un repertorio di zuzzurelloni che qui riporto così come è stato comunicato dalle agenzie: presidente del consiglio, eletto da se stesso ovviamente [in fin dei conti il pallone, il gioco, è suo], il segretario del Pd Walter Veltroni, poi Piero Fassino (Esteri), Marco Minniti (Interno), Lanfranco Tenaglia (Giustizia), Pier Luigi Bersani (Economia), Maria Pia Garavaglia (Istruzione), Matteo Colaninno (Sviluppo Economico), Enrico Letta (Welfare), Roberta Pinotti (Difesa), Alfonso Andria (Politiche Agricole), Ermete Realacci (Ambiente), Andrea Martella (Infrastrutture e Trasporti), Vincenzo Cerami (Beni e Attività Culturali), Giovanna Melandri (Comunicazione), Sergio Chiamparino (Riforme), Mariangela Bastico (Rapporti con le Regioni), Linda Lanzillotta (Pubblica Amministrazione e Innovazione), Vittoria Franco (Pari Opportinità), Beatrice Magnolfi (Semplificazione normativa), Maria Paola Merloni (Politiche Comunitarie), Michele Ventura (Attuazione del Programma), Pina Picierno (Politiche Giovanili). Fanno parte, ovviamente, del governo ombra anche il vicesegretario del Pd Dario Franceschini, i capigruppo alla Camera e al Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro.
Le regole del gioco evidentemente le fa Veltroni, e, dunque, difficile è meravigliarsi di qualunque cosa. Sorprende in questo gioco, per definirne il genere, sostanzialmente extraparlamentare una figura in particolare, quella di Michele Ventura destinato a curare l’Attuazione del Programma. Quale programma, quello del Pd o quello di Berlusconi? Se fosse quello del Pd, come si può pensare, tutto il progetto si ridurrebbe ad una colossale baggianata intellettuale da far dire che forse una partita a Risiko sarebbe più concreta. E se fosse, per assurdo, quello di Berlusconi, ci si potrebbe chiedere perché il Pd in blocco non pensi d’entrare nel Popolo della libertà. Avrebbe più peso.
È un gioco, insomma, un gioco di ruolo da loft e basta. Agli occhi di tutti. Inutile spacciarlo per ciò che non è. Il tragico è che si vuol coinvolgere in pieno il partito che non c’è ancora: “Spariscono i responsabili tematici di partito per i democratici. Il compito di gestire i vari settori per il Pd sarà affidato ai ministri ombra. Non ci saranno più i responsabili di partito per le diverse funzioni. Il governo ombra girerà l'Italia e dovrà essere un centro propulsivo di iniziativa politica”. Così Veltroni. Italiani, da domani, occhio alle ombre, c’è il rischio che calpestiate senza volerlo qualche ombra ministro in giro per il Paese. Ma lasciando da parte facili battute, c’è da segnalare qualche fatto.
Il primo è il commento del segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto: “Il governo ombra è l'ennesima dimostrazione di come si appresta ad essere inefficace l'opposizione del Pd a Berlusconi. È già fallito perchè dimostratosi inefficace e deludente quello di occhetto dell'89, questo di Veltroni non riuscirà certo a far fronte al programma reazionario di Berlusconi. Da noi è una parodia”. Crozza insomma avrà ampio materiale per rinverdire il repertorio.
L’altro fatto su cui riflettere è la notizia che gli esponenti della Sinistra giovanile, l'organizzazione dei giovani dei Ds, hanno deciso di uscire dal coordinamento nazionale del Pd perché insoddisfatti dalla piega che sta prendendo il confronto interno al Pd troppo legato alle logiche correntizie, delusi per non essere stati neppure consultati nella scelta del ministro-ombra delle Politiche Giovanili. Critica anche Rita Bernardini, segretario dei Radicali, eletta nel Pd: "Non mi pare ci siano le condizioni per costituire un governo ombra".
Di Pietro, pare, sia l’unico a crederci. Seppure escluso dal governo ombra, ha augurato all'esecutivo della minoranza veltroniana “di poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Ad esso assicuriamo il nostro appoggio e apporto costruttivo nel rispetto per l'alleanza e dell'impegno preso con gli elettori”. Ah, ho scritto “minoranza veltroniana”: il Pd è solo una parte, anche se la più consistente, dell’opposizione. Non dobbiamo dimenticarcelo; e forse è il caso che neppure Veltroni se lo scordi nonostante l’imprinting egemonico che “viene da lontano”.

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