mercoledì 28 maggio 2008

Assenti per forza maggiore

Resto ancora sulla seduta della Camera dei deputati di ieri. Tra i primi adempimenti dell’assemblea la comunicazione dei deputati in missione da ieri. Questo l’elenco: Albonetti, Aprea, Barbi, Bongiorno, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Crosetto, Donadi, Fallica, Fitto, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Meloni, Menia, Miccichè, Milanato, Molgora, Nirenstein, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas e Vito. Ieri complessivamente risultavano in missione 55 deputati. Come si osserva subito scorrendo l’elenco sono per la maggior parte o ministri del governo o sottosegretari. Tra di essi lo stesso ministro Vito presente in aula non con il cappello di deputato ma col berretto di ministro della Repubblica. Osservo la cosa perché mi sento di sottolineare il fatto che col doppio ruolo parlamentare-membro del governo, la funzione legislativa viene spesso e volentieri trascurata. Non a caso nel precedente governo era stata attuata una sorta di incompatibilità tra le due funzioni con le dimissioni “forzate” da parlamentare di gran parte dei membri del governo, per ragioni di forza maggiore, in quanto la necessità del governo Prodi di avere una maggioranza sempre e comunque era una questione vitale. Le diverse funzioni governative sono coperte per legge da sessanta persone. Se questi sono parlamentari, il lavoro legislativo viene privato di una “manodopera” costituita da sessanta persone per un tempo notevole. Certamente con maggioranze ampie come l’attuale inconvenienti non dovrebbero esserci, ma non vi è certezza certa come ieri è stato dimostrato.
Nei comuni al di sopra di una certa dimensione la funzione di assessore è incompatibile con quella di consigliere comunale, nel senso che se essa viene assunta, automaticamente si sostituisce il consigliere. Nel caso del governo è una questione costituzionale, nel senso che la Costituzione dovrebbe essere cambiata per avere una norma analoga. Certo si potrebbe comunque operare come già aveva fatto il governo Prodi, in modo da distinguere se non altro le due funzioni di controllore e di controllato. Con buona probabilità si rimetterà tra non molto mano alla Costituzione anche per modificare la struttura del Parlamento e la sua organizzazione. Forse sarebbe il caso di pensarci.

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