Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervenendo alla trasmissione condotta da Lucia Annunziata “In mezz'ora” il 18 maggio scorso, diceva: «Per me Santoro non ci fa nessun danno, chi lo vede sa già che è schierato. È come leggere “L'Unità”. Invidio alla sinistra che ha un giornalista così fazioso». Sinceramente, a parte il prologo “travagliato” di cui non ho capito il senso – che forse si spiega col solo motivo di onorare un contratto, – va detto che Annozero ha una sua utilità intrinseca, importante e paradossale: serve per mantenere fresca a tutti gli italiani la memoria dei motivi per cui hanno votato in grande maggioranza per il Popolo della libertà e per la Lega.
Certo, il discorso di Santoro si muove sul filo del rasoio perché ha ben presente che l’attuale governo ha pochi giorni di vita e dunque quanto si dice rischia di essere una condanna – e lo è – definitiva di una coalizione disastrosa, quella di centrosinistra guidata da Prodi. O come nel caso di questa sera particolarmente del centrosinistra del trio Bassolino-Jervolino-Pecoraro Scanio. Mazzate insomma sui superstiti di quella esperienza politica chiusa rimasti in Parlamento, le clientele di Veltroni e Di Pietro. Però Santoro, comunque, ci prova. Per Dna, che altro motivo?
Alcune annotazioni. La prima riguarda la presenza della verde, in alcune inquadrature verde davvero, Monica Frassoni, parlamentare europeo. Segno la sua presenza ripetuta in ambiti di talk-show di sinistra, stasera molto più pacata nei commenti e giudizi di un’altra comparsa su La7. Mi interessa poco cosa ha detto, in sostanza il solito tormentone, quanto piuttosto il fatto che essendosi estinti in Italia i parlamentari della sinistra “sinistra”, i curatori dei programmi sono costretti a pescare in Europa. L’efficacia del risultato sta al gusto di ciascuno. Colgo l’utile supponenza dell’esponente verde, aiuta a non dimenticare. Appunto.
Seconda annotazione, il conflitto d’interessi. A parte il fatto che sul tema gli italiani si sono espressi chiaramente col voto, giro la questione: non è che l’antiberlusconismo è il vero conflitto d’interessi? Parrebbe, se no, perché fare per principio di tutta l’erba uno sfascismo? La verità è – ed è ciò che conta – che, per parafrasare, la raccolta differenziata è già partita con le elezioni. Basta aver pazienza i rifiutati hanno come destino finale la discarica. Ineluttabile.
Chiudo con un commento sulla creatività di Vauro, particolarmente “vivo” stasera se pure con un paio di cadute di forza satirica – le vignette come le ciambelle, non tutte riescono col buco. Poco prima di mostrare le ultime vignette, riferendosi evidentemente a quella che sarebbe stata la finale, la vignetta sulla vignetta “ombra”, ha detto a Travaglio «Finisco le vignette e poi ti aiuto a fare le valigie». Anche un disegnatore satirico talvolta coglie l’inevitabile realtà di ciò che ha fatto il suo tempo. Travaglio, non Vauro.
Certo, il discorso di Santoro si muove sul filo del rasoio perché ha ben presente che l’attuale governo ha pochi giorni di vita e dunque quanto si dice rischia di essere una condanna – e lo è – definitiva di una coalizione disastrosa, quella di centrosinistra guidata da Prodi. O come nel caso di questa sera particolarmente del centrosinistra del trio Bassolino-Jervolino-Pecoraro Scanio. Mazzate insomma sui superstiti di quella esperienza politica chiusa rimasti in Parlamento, le clientele di Veltroni e Di Pietro. Però Santoro, comunque, ci prova. Per Dna, che altro motivo?
Alcune annotazioni. La prima riguarda la presenza della verde, in alcune inquadrature verde davvero, Monica Frassoni, parlamentare europeo. Segno la sua presenza ripetuta in ambiti di talk-show di sinistra, stasera molto più pacata nei commenti e giudizi di un’altra comparsa su La7. Mi interessa poco cosa ha detto, in sostanza il solito tormentone, quanto piuttosto il fatto che essendosi estinti in Italia i parlamentari della sinistra “sinistra”, i curatori dei programmi sono costretti a pescare in Europa. L’efficacia del risultato sta al gusto di ciascuno. Colgo l’utile supponenza dell’esponente verde, aiuta a non dimenticare. Appunto.
Seconda annotazione, il conflitto d’interessi. A parte il fatto che sul tema gli italiani si sono espressi chiaramente col voto, giro la questione: non è che l’antiberlusconismo è il vero conflitto d’interessi? Parrebbe, se no, perché fare per principio di tutta l’erba uno sfascismo? La verità è – ed è ciò che conta – che, per parafrasare, la raccolta differenziata è già partita con le elezioni. Basta aver pazienza i rifiutati hanno come destino finale la discarica. Ineluttabile.
Chiudo con un commento sulla creatività di Vauro, particolarmente “vivo” stasera se pure con un paio di cadute di forza satirica – le vignette come le ciambelle, non tutte riescono col buco. Poco prima di mostrare le ultime vignette, riferendosi evidentemente a quella che sarebbe stata la finale, la vignetta sulla vignetta “ombra”, ha detto a Travaglio «Finisco le vignette e poi ti aiuto a fare le valigie». Anche un disegnatore satirico talvolta coglie l’inevitabile realtà di ciò che ha fatto il suo tempo. Travaglio, non Vauro.
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