domenica 4 maggio 2008

La tonaca non fa il parroco

Egidio Cozzi, 80 anni, ex partigiano, di Castelnuovo del Friuli (Pordenone), roccaforte partigiana della destra Tagliamento, aveva chiesto, prima di morire, che il suo funerale si svolgesse in chiesa e che fossero eseguite canzoni partigiane. Il defunto, perché il Cozzi nel frattempo è morto, aveva espresso più volte il desiderio di avere la banda alle sue esequie. Ma il parroco di Castelnuovo, don Renato D'Aronco, si è opposto fermamente, stile “non passa lo straniero”; e secondo quanto dicono le cronache non ha permesso che la piccola orchestra non solo entrasse in chiesa ma si sarebbe rifiutato anche di farla suonare sul sagrato. Alla famiglia non è restato altro che far svolgere solamente il rito civile, durante il quale sono state eseguite in onore della salma tutte le canzoni patriottiche care all'anziano partigiano.
Il parroco si è giustificato con la stampa dicendo: “Mi sono limitato ad applicare le direttive che regolano l'uso della musica e degli strumenti all'interno dei luoghi di culto senza dare alcuna interpretazione ai canti che si sarebbero dovuti eseguire”. Ed ha precisato di non essersi opposto all'esibizione della banda all'esterno della chiesa. Il sacerdote, parroco da 11 anni della piccola comunità friulana, ha aggiunto a spiegazione che "era impossibile trovare un compromesso come qualche esponente dell'Anpi aveva richiesto. Il rito funebre ha il significato di una comunità cristiana che accoglie e accompagna". Certo, un requiem scritto da un massone appare più adeguato che un “Bella ciao” dal sapore di preghiera. Ed il buon senso non cresce nelle crepe dei muri della canonica.
Il segretario dell'Anpi di Spilimbergo (Pordenone), Gianni Afro, ha detto ai cronisti: “È stata una cosa poco sensibile e rispettosa del defunto, dei suoi familiari e dei tanti amici che si erano radunati per l'ultimo saluto. Sia i congiunti, sia i soci e i simpatizzanti dell'Anpi avevano capito perfettamente il disagio del parroco nel fare eseguire simili brani in chiesa e, quindi, avevano accettato di buon grado di non far suonare la banda nel luogo di culto. Quando, però, il prete si è rifiutato di concedere il nulla osta perfino per l'esibizione sul sagrato, su quello che è ormai suolo pubblico, è sembrato a tutti un affronto, e si è optato per rinunciare alla cerimonia religiosa per dare corso unicamente a quella civile”.
E nel mentre do il consiglio al parroco di andarsi a riguardare uno dei film di Peppone e don Camillo, quello dove si citano i fatti di Reggio Emilia, riporto qui sotto i versi della canzone come estremo saluto ad un partigiano che ha combattuto per la libertà, anche per quella del suo parroco.

Questa mattina mi son svegliato
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
questa mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.
Oh partigiano, portami via
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
oh partigiano, portami via,
che mi sento di morir.
E se io muoio lassù in montagna
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio lassù in montagna
tu mi devi seppellir.
Seppellire sulla montagna,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
seppellire sulla montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e le genti che passeranno
mi diranno: " Che bel fior ".
È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.

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