giovedì 22 maggio 2008

Cose da pazzi neroazzurri

Mi ero riproposto di non scrivere nulla sulla conquista sofferta del terzo scudetto consecutivo ottenuta dall’Inter all’ultima occasione utile dopo aver cercato di farsi del male in tutti i modi. Come mi ero riproposto di non scrivere nulla sull’insuccesso dei cugini milanisti del mancato raggiungimento della Champions. Ma tra i miei libri a Trieste ho ritrovato “Pazzo per l’Inter”, una lunga intervista di Giuseppe Baiocchi a Giuseppe Prisco, edito da Baldini & Castoldi nel 1993 (Isbn 88-859-8899-7). Scriveva di lui, Prisco, Oreste Del Buono nella sua prefazione fieramente intitolata “Demente per il Milan”: «Non posso neppure chiamarlo Avvocato del Diavolo, perché il diavolo nella retorica spartizione della tifoseria è titolo che spetta al tifoso milanista. Un diavolo sia pur bonario figura sugli stemmi rossoneri. Ma che diavolo mai è quello di parte milanista, se confrontato al terribile Richelieu a volte rasputineggiante Peppino Prisco, mio nemico cordiale, che vuol dire appunto di cuore da tutta una vita o quasi?».
Risfogliando il libro letto più di dieci anni fa, l’occhio si è fermato sulle risposte di Prisco relative alla conquista da poco allora della Coppa Uefa, ottenuta battendo in finale la Roma. Un tema di attualità oggi come prospettiva per i cugini rossoneri. Diceva Prisco: «... la Coppa Uefa è la manifestazione europea più massacrante e l’Inter se l’è guadagnata tutta in salita, perché abbiamo perso con il Rapid a Vienna per 2 a 1 quando eravamo in vantaggio e potevamo chiudere la partita; con l’Aston Villa abbiamo perso a Birmingham per 2 a zero e per farne 3 a San Siro abbiamo dovuto fare follie; poi contro Partizan, Atalanta e una squadra portoghese siamo riusciti a passare perché abbiamo sempre imposto “la legge di San Siro”. Che è servita anche in finale all’andata mentre la partita di ritorno con la Roma all’Olimpico è stata durissima. Soprattutto nell’ultima mezz’ora, una sofferenza terribile che ho vissuto in tribuna a fianco di mia figlia Anna.»
E sul valore della Coppa Uefa: «Di valore sì, ma purtroppo non valorizzata, una vittoria che quando è capitata ad altre squadre italiane, sembrava che avessero toccato il cielo con un dito. Forse perché la finale era tutta italiana, Inter-Roma; eppure aveva avuto ben altro risalto la precedente finale italiana con lo scontro fratricida Juventus-Fiorentina, lotta fratricida, ammesso che poi non mi denunci Zeffirelli perché definisco fratelli quelli della Fiorentina con quelli della Juventus. Quell’anno c’erano i Mondiali in Italia e solo l’Inter fu così patriottica da farsi eliminare al primo turno delle Coppe per non far arrivare stanchi i giocatori della Nazionale, che non riuscì a vincere i Mondiali del ’90 anche perché era una squadra sfibrata».
Una Coppa Uefa, per Prisco «Strameritata, anche perché eravamo in corsa anche per lo scudetto, ma indubbiamente non abbiamo avuto in campionato il favore della sorte arbitrale. Basta pensare a un Fiorentina-Inter dove non si sono accorti di un gol, con la palla dentro almeno di mezzo metro. È stato per me doloroso incontrare proprio nella finale di Coppa Uefa all’Olimpico l’arbitro di quella partita, Coppetelli; gli ho fatto un gesto scherzoso con le mani e lui mi ha risposto: “Sa, avvocato, sapesse, spiace più a me». E io: “Questo non me lo può proprio dire, perché lei già ci ha danneggiati e se adesso mi prende anche in giro...”. Fu una sofferenza, aggiunta all’ultima mezz’ora di partita, lì ci ha salvato Alessandro Bianchi che è stato capace di mantenere il possesso palla e spezzare il ritmo.»
Un invito, dunque, ai milanisti a vivere bene la prossima Coppa Uefa, come già fecero in passato per altra coppa. Diceva Prisco nel libro: «In poco tempo [Berlusconi] ha dato tali e tanti successi al Milan, ha vinto tante Coppe. Hanno detto di aver battuto il record delle Coppe conquistate, ma si sbagliano, l’avevano battuto già da prima, perché si ostinano a non mettere nel conto la Mitropa Cup che è comunque una vittoria internazionale. D’accordo, hanno potuto partecipare solo perché erano arrivati primi nel campionato di serie B, però l’hanno vinta e allora la devono ostentare. A meno che sia valido lo slogan che ho sentito “La Mitropa annulla tutta l’Europa” e allora diventa una macchia d’infamia».
Se il Milan vincerà la Coppa Uefa, potranno i milanisti dire di aver vinto tutte le Coppe. Un sincero “in bocca a lupo”.

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