venerdì 30 maggio 2008

Ventimila tonnellate di rifiuti radioattivi made in Italy

Il nucleare è ritornato di nuovo di attualità. Uno dei problemi che rimangono in Italia del “vecchio nucleare”, sconfitto a suo tempo da un referendum popolare, è quello delle scorie. Nella seduta del 20 maggio scorso alla Camera dei Deputati, l’on. Dario Ginefra ha presentato l’interrogazione a risposta scritta (4-00136) indirizzata al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ed al Ministro dell’economia e delle finanze, che qui viene riportata:
« Per sapere – premesso che:
nel marzo 2008, una società dello Utah, la « Energy Solutions Inc. » di Salt Lake City, ha chiesto i permessi per importare negli Usa 20.000 tonnellate di rifiuti radioattivi dall’Italia;
la domanda è stata inoltrata alla United States Nuclear Regulatory Commission (altresì detta NRC), vale a dire la commissione governativa americana atta alla regolamentazione nucleare;
si tratterebbe di trasportare metalli contaminati, grafite, materia risultante da attività di asciugatura (come legno, carta e plastica), liquidi (come fluidi acquosi e a base organica) e resine a scambio ionico, trattate e non trattate, tra le quali resine speciali usate, ad esempio, nel trattamento di scarichi radioattivi;
il volume totale stimato del materiale da trasportare dovrebbe essere approssimativamente pari a 1.000.000 di piedi cubici, equivalenti a 28.316,84 metri cubi;
il trasporto dovrebbe avvenire via mare e i porti d’arrivo potrebbero essere New Orleans e Charleston (South Carolina), all’arrivo la « Energy Solutions Inc. » provvederebbe a trasferire il materiale nucleare italiano nel suo impianto del Tennessee (ad Oak Ridge) per riprocessarlo e, ultimata questa attività di trasformazione, la società si propone di stoccare circa 1.600 tonnellate di scorie in un suo deposito specializzato che si trova nello Utah, presso Tooele County;
secondo la copia originale della richiesta presentata dalla « Energy Solutions Inc. » alla NRC, vi sono due domande d’autorizzazione: una che concerne l’import, l’altra, invece, che riguarda l’esportazione in Italia sulla quale è scritto che nel nostro Paese verrebbero rispediti « i rifiuti radioattivi che non possono essere sistemati nello Utah »;
secondo il suddetto documento si parla di una quantità che « approssimativamente » potrebbe raggiungere le « 1.000 tonnellate di rifiuti contaminati radioattivamente » ed è importante precisare che il deposito dello Utah è autorizzato ad accogliere soltanto scorie a bassa radioattività;
sia per quanto riguarda l’import, che per ciò che concerne l’export, il referente italiano indicato dalla « Energy Solutions Inc. » è la « Sogin » (Società Gestione Impianti Nucleari), una S.p.a. che per unico socio ha il Ministero dell’economia e delle finanze ed è stata incaricata dallo Stato di smantellare, in sicurezza, il patrimonio radioattivo italiano;
la « Energy Solutions Inc. » specifica alla NRC anche da quali « fornitori » arriverà il materiale radioattivo: dalle quattro centrali atomiche di Trino (in Piemonte), Caorso (Emilia Romagna), Garigliano (Campania) e Latina (Lazio), e dagli impianti in via di smantellamento di Saluggia e Bosco Marengo (entrambi in Piemonte), da quello di Casaccia (in provincia di Roma) e, infine, da quello di Trisaia, nel territorio di Rotondella (Matera);
prima di dare il suo fondamentale assenso all’import-export della « Energy Solutions Inc. », la NRC ha dovuto avviare una fase di « informazione e ascolto » della popolazione, la quale ha reagito mobilitandosi con cortei, picchettaggi, manifestazioni, petizioni, contestando sia l’importazione in sé, sia alcuni aspetti dell’operazione e mostrandosi contraria alla presenza delle suddette navi nei porti americani, al fatto che il materiale debba attraversare i confini del paese a bordo di tir o treni e, soprattutto, alla decisione che tale materiale radioattivo italiano sia stoccato in territorio americano;
nei giorni scorsi si è riunito il Northwest Intestate Low-Level Waste Compact (NWIC), un organo intergovernativo che, dal 1981, si occupa di rifiuti a bassa radioattività e tutela dei cittadini, all’ordine del giorno c’è la domanda della « Energy Solutions Inc. » e il governatore dello Utah, Jon Huntsman, ha già dato mandato al suo rappresentante di bocciare la richiesta di stoccare nel suo territorio i rifiuti italiani, e stando al regolamento, se manca l’autorizzazione dello Stato che deve accogliere le scorie, nulla si può fare;
la « Energy Solutions Inc. » insiste nella sua richiesta e i suoi funzionari hanno affermato che soltanto la NRC ha voce in capitolo quando si tratta di importazione di rifiuti e che si aspetta per il prossimo giugno la risposta se concedere o no il suo nulla osta;
essendo stati interrogati a tale proposito i vertici della « Sogin », in un primo momento l’azienda, attraverso i suoi portavoce, non ha confermato d’aver stipulato un accordo per l’export radioattivo con « Energy Solutions Inc. », successivamente, invece, la risposta è stata un no comment –:
quale atteggiamento intenda tenere il Ministro rispetto ad una tale situazione di cui non è stata data notizia, se non in maniera superficiale, alla popolazione italiana, e, soprattutto, cosa accadrà delle mille tonnellate di rifiuti nucleari che la società « Sogin » si impegna, secondo contratto, a riportare in Italia.»

Dario Ginefra è nato a Bari il 16 giugno 1967. Laurea in giurisprudenza; avvocato lavorista è stato eletto nella circoscrizione XXI (Puglia) nella lista del Partito democratico. È componente della VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione).

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