sabato 31 maggio 2008

Come si fa a scrivere d’amore quando si vive nella rabbia? Un racconto di Antonio Naculostrich

Ho conosciuto Antonio Naculostrich nel forum di Lulu.com e da subito ho colto nella sua scrittura una spontanea immediatezza che, congiunta alla facilità di generare situazioni coinvolgenti sublimando il quotidiano, ti dà letture che valgono il loro tempo. Nell’intenzione di pubblicare il racconto che segue ho chiesto a Naculostrich tre righe di presentazione, e questo è quanto: «Antonio Naculostrich ha 35 anni. Antonio Naculostrich non sa chi è: questa è una citazione. Ahah... Antonio Naculostrich ha scritto un romanzo esilarante su di un'azienda para-statale che se pubblicato potrebbe essere il classico Best-seller, anzi il classico Long-seller. Ma visto che ciò non succederà, il racconto “Come si fa a scrivere d'amore quando si vive nella rabbia?” sarà molto probabilmente il suo ultimo racconto di narrativa. Naculostrich crede in Dio, in un Assoluto al di là però delle singole religioni. Ed ora ha deciso di studiare questo insondabile mistero. The end.»
Il racconto che segue, non è forse il migliore di quelli che finora ho letto. Tuttavia esprime bene la frustrazione vissuta da quanti sanno di avere il dono di una scrittura spontanea, fluente, ricca, desiderosa di farsi conoscere, leggere, un universo da trasmettere; e che si trovano di fronte alla muraglia quasi sempre invalicabile, eretta da modalità editoriali che escludono, rifiutano chi non ha agganci, chi non è personaggio dei media, chi non ha già un mercato. Che non danno futuro ad un sogno che affoga nella quotidianità. Una testimonianza, insomma, di un mestiere difficile, su cui riflettere.

Come si fa a scrivere d’amore quando si vive nella rabbia?

Ore 12. Un giorno lavorativo. Due scrittori dilettanti al pub.

– E quindi tu affermi che la letteratura dovrebbe avere un fine sociale, parlare d’amore in tutti i sensi ma che, essendo costretto a vivere nella rabbia, ciò non ti è possibile: per scrivere d’amore bisogna prima essere in pace con se stessi. Ma avendo poco tempo per attuarlo, la rabbia rimane, anzi si alimenta, e per sfogarti scrivi di casini, odio, guerra di classe, scontri ideologici, litigi, eccetera, eccetera? – chiuse domandando Dante Spini, aspirante scrittore, e tracannò mezza birra media tutta d’un sorso.
La precisazione dell’amico Antonio Naculostrich non si fece attendere:
– Certo. E la cosa più grave è sapere che si potrebbe riuscire a scrivere d’Amore, ma per riuscirci sufficientemente con cognizione di causa, serve molto studio ed applicazione, precisione nel dettaglio, ma non avendo tempo, è più facile scrivere di tette e culi a mandolino. offrendo comunque “poesia” e inserendo nei testi allegorie sempre con un fine sociale, ma non potendo scendere nel profondo della vita: l’inconscio. Si è costretti a descrivere gli orrori del mondo, perché quando si scrive di vita reale in modo semplice è più incisivo raccontare la parte negativa dell’animo umano. I biscotti e le torte della nonna se non ben supportate da ragionamenti difficili, anche se descritti con semplicità, non attirano, fanno dormire. Il lettore si fermerebbe dopo poche righe. E i ragionamenti cosiddetti difficili per essere compresi hanno bisogno di tempo. Il tempo che io non ho, e quando l’ho sono gli orrori del mondo oramai ad essermi entrati dentro. E se provo a scrivere di biscotti ecco che subito m’appare l’immagine del ladro che entra in casa, accoltella la nonna alla gola e inzuppa i biscotti nel sangue.
– Dio mio Nac, ma che ti sei bevuto prima di arrivare qui?
– Solo un litro di Primitivo: 13 gradi. Oggi sono incazzato per non poter scrivere d’amore. E le birre e il Primitivo diventano la mia salvezza. Tu qui, davanti a me, chiacchiere, risate, è sempre amore, solo che non è descritto, è vissuto.
– Certo Nac che la vena poetica ed aulica non ti manca di certo, perché non torni a scrivere in rima? – chiese Dante che cominciava a sentirsi bene. Da pochi minuti era in compagnia di Naculostrich. ma sentiva già tutta l’energia positiva effondersi tutt’attorno dalla possente figura di Antonio Naculostrich detto Nac per gli amici. Era felice. C’era un Sole splendido e da una finestra un largo raggio attraversava il tavolino inondando i loro volti di giallo suadente. Nac osservò il sodo culo ondeggiante della bella cameriera appena assunta da Johnny, il barista italo-inglese, che aveva comprato da circa un anno il pub “Di giorno e di sera con bacco in compagnia”.
Nac riprese il discorso ma circumnavigò un po’ prima di tornare al vitale tema della sua vita: la scrittura.
– …poi caro Dante, oggi per me è festa, un giorno di ferie, ogni tanto occorre riposarsi. Sono qui con te, tranquillo, oggi non mi va di sedermi al tavolino per scrivere. Meglio osservare quelle chiappe suadenti: lì, è tutto l’amore del mondo! Per descrivere il marcio del mondo ho bisogno di vedere pelle liscia come le pesche noci. E lei chissà cosa nasconde sotto quella divisina da cameriera-schiava? Intanto discuto con te dei limiti degli scrittori che non hanno tempo libero per lavorare. Ed allora il loro lavoro viene visto dagli altri come hobby. Devi prenderlo come un hobby, uno svago: sono in troppi quelli che provano a pubblicare, ma pochissimi a riuscirci. Ecco, questa, più o meno, è la classica frase tipo che ti propinano quanti non comprendono il tuo dramma. Se fosse un hobby non saresti teso, triste, affranto e incazzato per non essere riuscito a pubblicare. Non malediresti la sveglia che la mattina ti ricorda che se non ti alzi, fai tardi, e timbri in ritardo e dopo sono cazzi acidi. Dolci non di sicuro. E di sicuro nemmeno profumati. Anche perché, di solito, lui, lo scrittore tipo che non riesce a sfondare, è quello che non ha agganci: che lavora nelle fabbriche di notte, che non ha potuto studiare oltre le scuole dell’obbligo, che il padre prendeva a cinghiate ancora all’inizio del terzo millennio. Lui il classico uomo medio, che per arrivare a fine mese deve sacrificare tutta la sua Vita, tutta la sua felicità, per nulla, solo per un tozzo di pane e di solito pure raffermo. E che quindi non conosce nessuno nel mondo editoriale, nessuno che possa scoprire il suo talento. Poi ci sono gli “apparenti” casi. Scrivi l’unica cosa che pensi sia una emerita cagata e tac… ti pubblicano proprio quella quando meno ci pensavi e se sei fortunato e il mercato risponde, sei dentro, diventi un grande scrittore e magari non lo sei e magari chi lo è non ha nemmeno il culo del caso apparente. E rimane a morire piano piano dentro un freddo e polveroso capannone. Settimana dopo settimana: uno dei più grandi drammi dei dipendenti. Se ti arrendi il tempo non è più percepito come minuti, ore, giorni, ma come settimane, ma non è sentito come molti pensano. Non aspetti il venerdì per essere poi contento che “domani è sabato e dopodomani domenica: evviva!”… No, ahimé lo scrittore mancato pensa: “oggi è sabato, domani domenica, siamo vicini vicini al lunedì ed IO NON HO SCRITTO UN CAZZO E QUANDO HO TEMPO NON SCRIVO UNA EMERITA SEGA, perché sono troppo stanco, avendo pensato per giorni che anche se scrivo la mia VOCE rimane silenziosa, rimarrà per sempre dentro un cassetto oscuro”…
– Ma così affermando Nac, stai dicendo che lo scrittore mancato scrive – o meglio scriveva – solo in funzione di un’eventuale pubblicazione, successo…
– NO… NO! Sembra così, ma non è così… egli/io o chi sia, tende a non scrivere più per via della stanchezza fisica che abbinata alla stanchezza psicologica o psichica che dir si voglia, ti abbatte, come un toro lo è dopo una corrida estenuante: se vinto è inerme al suolo: tutta la sua portentosa forza è volata via. E la polvere comincia a coprirlo: minuscoli granelli alzati dal vento sporcano il suo mantello lucente che comincia a opacizzarsi a poco a poco… prima che il matador gli strappi via le orecchie come vile trofeo. Ecco tu sei lo scrittore schiacciato dai fax, dalle telefonate, dalle mail, dai colleghi, dalla macchinetta dei caffè a 30 cent, dal cesso sporcato da altri, su cui metti la carta igienica prima di sederti e la fai tutta, in silenzio, in quel piccolo attimo in cui tutto sembra di nuovo vivo, tutto sembra di nuovo possibile. Ma poi ti suona il telefono cellulare e hai la carta in mano, stavi pulendo l’ultimo brandello di cacca e nulla, anche al cesso, ti chiamano per lavoro. E tu non hai spento il telefono nemmeno per quei pochi minuti. Troppa paura che qualcuno ti potesse chiamare per qualche emergenza, disastro, terremoto, vulcano, uragano … stop: si torna al lavoro!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve,
mi dispiace che nessuno abbia lasciato un commento al mio racconto. Allora ci penso io.
Trovo che il racconto non sia male, ma vi è molto "rumore". Le frasi non sono lineari, la sintassi è insomma pessima. Posso fare molto di più. Però almeno il tema centrale è per me importante. Se volete leggere racconti più leggeri, ma forse più scorrevoli eccovi il mio link su lulu.com
Trattasi di una raccolta di racconti scaricabili gratuitamente (a pagamento nella forma cartacea). S'intitolano "Racconti Agenere" al link:
www.lulu.com/content/1939923
oppure potete anche visionare la mia pagina personale su lulu.
Al momento contiene solo la raccolta di racconti, ma a brevissimo ho deciso di mettere alcuni romanzi. Seppur io stesso mi renda conto che sono "prime opere" di un tempo oramai lontano e che quindi non sono del tutto romanzi "maturi" semmai sono romanzi in via di maturazione. Saluti Nac
ecco il link generico:
http://stores.lulu.com/scrittoreprimitivo
Ho anche un gruppo su lulu. Siamo già più di 10 iscritti. Anche se al momento è un po' fermo ho tutta l'intenzione di uscire dai box quanto prima... e riprendere una buona andatura.
http://www.lulu.com/groups/primitivi

Anonimo ha detto...

Romanzo scaricabile gratuitamente su lulu.com

Naculostrich ha deciso d'inserire sulla sua pagina personale vari romanzi scritti quando era un pivello.
Romanzi acerbi, romanzi di formazione, romanzi con pretese strabilianti e nessun risultato. Romanzi insomma... ma pur sempre da non nascondere nel cassetto. Non sarebbe giusto: mai rinnegare il proprio passato!
Eccovi il primo.
S'intitola "I Demoni esistono?"
ed è scaricabile gratuitamente al link:
http://www.lulu.com/content/2714897

di cosa parla?
"Di un serial-killer fascista che uccide degli ex partigiani pensionati perché... con lo zampino del suo demone personale e l'ostacolo del suo angelo personale.
Un romanzo che supera i generi: horror, allegorico politico, storico?, thriller, comico, grottesco, para-psicologico, psicologico, e chi più ne ha ne metta.
Sicuramente un romanzo "duro", acerbo, ma completo. Sicuramente meglio di tanta spazzatura che si può trovare nelle librerie.
Un caro saluto da Naculostrich
detto
Nac
che quando parte con le
parole
non si può più
fermare perché
per lui le
parole sono
solo parole.
by Antonio Naculostrich

Anonimo ha detto...

Salve,
mi dispiace per il romanzo sopra indicato. Molti si saranno accorti che non è presente al link indicato. E' stato tolto per motivi privati. Saluti
Naculostrich
p.s.: comunque nel link:
http://stores.lulu.com/scrittoreprimitivo troverete i "Racconti Agenere".
Scaricabili gratuitamente e se volete ridere, forse, sono i racconti giusti per voi. Saluti di nuovo.
Nac

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