È come se un altro muro fosse caduto, questa volta nella testa della gente. Questa l’aria che si respira dovunque. Una nuova frontiera per un Paese che deve rialzarsi, ammodernarsi, progredire. Un’aria raccolta anche dalla Confindustria nella persona Emma Marcegaglia, suo nuovo presidente: «Tutti noi siamo chiamati a una grande sfida. C'è uno scenario nuovo e irripetibile. Abbiamo la possibilità di far rinascere il Paese». Ma soprattutto questo messaggio che è condiviso dalla maggioranza ampia del Paese: «Non accetteremo più che piccoli gruppi, spesso in malafede, tengano in scacco il Paese. È a queste furbizie di bassa lega che dobbiamo dire basta».
Ed ancora, sull’energia: «L'investimento in tecnologie può essere catalizzato da pochi grandi progetti Paese: il nucleare di nuova generazione, la mobilità, il risparmio energetico, le tecnologie ambientali. Sono questi i temi che devono restare al centro della politica industriale»; sulla politica europea verso l’ambiente: «Non chiediamo la tutela acritica degli interessi europei. Ma non possiamo nemmeno accettare impostazioni autolesionistiche, come continuare con l'adozione unilaterale del protocollo di Kyoto».
Netta la Marcegaglia sul problema del pubblico impiego: «I tassi di assenteismo nel pubblico impiego sono uno scandalo nazionale», serve «uno Stato leggero e rigoroso, una pubblica amministrazione che funzioni, vicina ai cittadini e alle imprese, inflessibile contro chi non rispetta le regole e danneggia la comunità», e ricorda che «la burocrazia è uno dei principali ostacoli agli investimenti in Italia» e che «la certezza del diritto è fondamentale». Fondamentale ridurre i costi della politica «a cominciare dal numero dei parlamentari e dei componenti delle altre assemblee elettive, ed eliminare i privilegi». Necessaria la riduzione della pressione fiscale per la Marcegaglia che dichiara l’importanza anche per gli industriali dell'attuazione del “federalismo fiscale” che permetta ai cittadini un controllo diretto dell'utilizzo di quanto riscosso attraverso le tasse, con l’effetto conseguente di premiare gli amministratori pubblici virtuosi.
Riferendosi al mercato del lavoro, la neo presidente di Confindustria ha sottolineato che «non è il posto di lavoro che deve essere garantito, ma un reddito e una formazione adeguati, come accade nei Paesi con un sistema di sicurezza sociale più moderna»; e ha detto che secondo Confindustria è urgente anche una riforma delle pensioni che adegui l'età del pensionamento alla durata media della vita. Ed ha rivolto un appello ai sindacati: «Ai sindacati voglio dire: poniamoci davvero l'obiettivo comune, forti della nostra autonomia e del nostro ruolo di parti sociali, di raggiungere un'intesa entro pochi mesi. È alla nostra portata. Se ci riusciremo, scriveremo una pagina importante nella storia delle relazioni industriali e liberemo energie in favore dello sviluppo». E ha invocato spazio adeguato a donne e giovani. «Noi vogliamo una società aperta che premi e promuova il merito». E sulla scuola: «I nostri figli rispetto a noi avranno sfide molto più difficili. Dobbiamo dar loro una scuola esigente, selettiva, di eccellenza, che consenta di affrontare la competizione con le carte migliori».
Il discorso ha incontrato l’approvazione di tutti, da Berlusconi che le ha detto «Ho apprezzato molto la tua relazione e posso dire che è il nostro programma», a Veltroni, «Questa relazione fa parte dello sforzo collettivo che l'Italia deve fare per rimettersi rapidamente a correre», a Casini, «Grande condivisione con la relazione di Marcegaglia», ai sindacalisti, Bonanni (Cisl), «Non ci si muove più genericamente ma si va dritti verso un obiettivo», Angeletti (Uil), «Si tratta di una relazione condivisibile, in particolare quando ha parlato dei rapporti con il sindacato. Noi siamo pronti», Epifani (Cgil), con molti distinguo: «Ci sembra [la relazione] molto impegnata, rispettosa del ruolo del sindacato».
Va segnalato infine, un piccolo significativo accadimento che le cronache riportano. Così da Repubblica.it: «[Epifani] incrociando Berlusconi al termine del suo intervento, ribadisce: “Pensiamo anche ai lavoratori”. Il Cavaliere annuisce lasciando intendere che presto affronterà anche questo problema».
Ed ancora, sull’energia: «L'investimento in tecnologie può essere catalizzato da pochi grandi progetti Paese: il nucleare di nuova generazione, la mobilità, il risparmio energetico, le tecnologie ambientali. Sono questi i temi che devono restare al centro della politica industriale»; sulla politica europea verso l’ambiente: «Non chiediamo la tutela acritica degli interessi europei. Ma non possiamo nemmeno accettare impostazioni autolesionistiche, come continuare con l'adozione unilaterale del protocollo di Kyoto».
Netta la Marcegaglia sul problema del pubblico impiego: «I tassi di assenteismo nel pubblico impiego sono uno scandalo nazionale», serve «uno Stato leggero e rigoroso, una pubblica amministrazione che funzioni, vicina ai cittadini e alle imprese, inflessibile contro chi non rispetta le regole e danneggia la comunità», e ricorda che «la burocrazia è uno dei principali ostacoli agli investimenti in Italia» e che «la certezza del diritto è fondamentale». Fondamentale ridurre i costi della politica «a cominciare dal numero dei parlamentari e dei componenti delle altre assemblee elettive, ed eliminare i privilegi». Necessaria la riduzione della pressione fiscale per la Marcegaglia che dichiara l’importanza anche per gli industriali dell'attuazione del “federalismo fiscale” che permetta ai cittadini un controllo diretto dell'utilizzo di quanto riscosso attraverso le tasse, con l’effetto conseguente di premiare gli amministratori pubblici virtuosi.
Riferendosi al mercato del lavoro, la neo presidente di Confindustria ha sottolineato che «non è il posto di lavoro che deve essere garantito, ma un reddito e una formazione adeguati, come accade nei Paesi con un sistema di sicurezza sociale più moderna»; e ha detto che secondo Confindustria è urgente anche una riforma delle pensioni che adegui l'età del pensionamento alla durata media della vita. Ed ha rivolto un appello ai sindacati: «Ai sindacati voglio dire: poniamoci davvero l'obiettivo comune, forti della nostra autonomia e del nostro ruolo di parti sociali, di raggiungere un'intesa entro pochi mesi. È alla nostra portata. Se ci riusciremo, scriveremo una pagina importante nella storia delle relazioni industriali e liberemo energie in favore dello sviluppo». E ha invocato spazio adeguato a donne e giovani. «Noi vogliamo una società aperta che premi e promuova il merito». E sulla scuola: «I nostri figli rispetto a noi avranno sfide molto più difficili. Dobbiamo dar loro una scuola esigente, selettiva, di eccellenza, che consenta di affrontare la competizione con le carte migliori».
Il discorso ha incontrato l’approvazione di tutti, da Berlusconi che le ha detto «Ho apprezzato molto la tua relazione e posso dire che è il nostro programma», a Veltroni, «Questa relazione fa parte dello sforzo collettivo che l'Italia deve fare per rimettersi rapidamente a correre», a Casini, «Grande condivisione con la relazione di Marcegaglia», ai sindacalisti, Bonanni (Cisl), «Non ci si muove più genericamente ma si va dritti verso un obiettivo», Angeletti (Uil), «Si tratta di una relazione condivisibile, in particolare quando ha parlato dei rapporti con il sindacato. Noi siamo pronti», Epifani (Cgil), con molti distinguo: «Ci sembra [la relazione] molto impegnata, rispettosa del ruolo del sindacato».
Va segnalato infine, un piccolo significativo accadimento che le cronache riportano. Così da Repubblica.it: «[Epifani] incrociando Berlusconi al termine del suo intervento, ribadisce: “Pensiamo anche ai lavoratori”. Il Cavaliere annuisce lasciando intendere che presto affronterà anche questo problema».
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