La notizia è di ieri, i cittadini stranieri residenti in Italia a fine 2007 erano, secondo il rapporto annuale dell’Istat, 3,5 milioni, il 5,8 per cento dei residenti. L’anno scorso in Italia sono arrivati oltre 454.000 stranieri, 300.000 dei quali romeni. Secondo i dati Istat la metà degli stranieri residenti in Italia provengono dall'Est Europeo.
Riguardo la questione sicurezza, l’Istat ci dice, come era ovvio attendersi, che gli immigrati regolari presentano un tasso di devianza del 2 per cento, di poco superiore a quello dei cittadini italiani. Il problema dell’immigrazione, dunque, va sottolineato ancora una volta per i più tardi di comprendonio – leggi i tanti agit-prop sinistri o più in generale sfascisti – non sta qui. Appare inutile se non controproducente tirare dentro la questione gli immigrati regolari che lavorano, pagano le tasse e si sono integrati tra gli “autoctoni”, con lo scopo di difendere l’indifendibile, cioè l’immigrato irregolare, il clandestino, che spesso e volentieri per sopravvivere crea situazioni di insicurezza tra i cittadini immigrati regolari compresi. L’Istat dice che l'80 per cento dei denunciati stranieri per reati contro la proprietà (soprattutto borseggio, furto di automobile o in appartamento) sono irregolari. E quanto alla percezione dell’insicurezza secondo l’Istat se “nell'opinione pubblica è diffusa la percezione di un aumento del senso di insicurezza dei cittadini, più che dalla gravità dei reati (ad esempio gli omicidi che rappresentano eventi relativamente rari) questo dipende dalla loro diffusione e visibilità”.
Nel suo rapporto l’Istat analizza anche la percezione del problema sicurezza dei cittadini italiani dal 1993: la quota di famiglie che percepiscono un rischio di criminalità elevato ha toccato un minimo nel 2003, per poi crescere e arrivare al 35 per cento tra il 2006 e il 2007. L'aumento massimo, del 10 per cento, dal 1993 si è registrato nel Nord-Est. Se si considera solo l'anno scorso, l'incremento più forte si è registrato nel Nord-Ovest, dove la quota di famiglie “preoccupate” è passata dal 33 al 38,4 per cento. E lo dico ai miei lettori di Brembio che per nostra sfortuna negli ultimi due anni in molti hanno vissuto “in casa” situazioni di insicurezza.
Ma vediamo qual è la situazione generale della presenza straniera in Italia. Poco meno della metà degli stranieri residenti è assorbita da cinque differenti cittadinanze: Romania (circa 640.000), Albania (oltre 400.000), Marocco (circa 370.000), Cina (circa 160.000) e Ucraina (135.000). L'età media degli stranieri residenti in Italia è compresa tra i 18 e i 39 anni. Gli immigrati risiedono prevalentemente nelle regioni del Nord e del Centro del Paese: il 36,3 per cento nel Nord-Ovest, il 27,3 per cento nel Nord-Est, il 24,8 per cento nel Centro e l'11,65 per cento nel Mezzogiorno. Uno straniero su quattro è residente in Lombardia, mentre proporzioni superiori al 10 per cento del totale degli stranieri residenti si registrano in Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Altissimo il tasso di migrazione interna degli immigrati regolari: nel 2007 si è spostato in un'altra provincia, prevalentemente del Nord, il 60 per cento dei residenti.
Gli analisti dell'Istat hanno anche indagato sugli effetti della regolarizzazione del 2002, quando tramite la legge Bossi-Fini sono state sanate 316.000 posizioni irregolari e attraverso la 222/02 sono stati regolarizzati altri 330.000 immigrati. A distanza di cinque anni risultavano regolarmente stabilizzati in Italia il 78 per cento dei “regolarizzati” nel 2002. Appare evidente che una presenza regolarizzata porti effetti positivi per il Paese. Questo significa che lo Stato deve fare ogni sforzo per ridurre al minimo la presenza indesiderata di clandestini sul territorio nazionale, usando ogni mezzo possibile anche il più duro che non leda comunque la dignità umana. Il governo attuale ha cominciato un percorso in tal senso che deve essere portato avanti con fermezza, in modo da propagandare dovunque il messaggio che l’Italia è solidale con gli immigrati regolari, ma è contro l’immigrato clandestino ed è nemico “senza se senza ma” dell’immigrato clandestino che delinque.
Riguardo la questione sicurezza, l’Istat ci dice, come era ovvio attendersi, che gli immigrati regolari presentano un tasso di devianza del 2 per cento, di poco superiore a quello dei cittadini italiani. Il problema dell’immigrazione, dunque, va sottolineato ancora una volta per i più tardi di comprendonio – leggi i tanti agit-prop sinistri o più in generale sfascisti – non sta qui. Appare inutile se non controproducente tirare dentro la questione gli immigrati regolari che lavorano, pagano le tasse e si sono integrati tra gli “autoctoni”, con lo scopo di difendere l’indifendibile, cioè l’immigrato irregolare, il clandestino, che spesso e volentieri per sopravvivere crea situazioni di insicurezza tra i cittadini immigrati regolari compresi. L’Istat dice che l'80 per cento dei denunciati stranieri per reati contro la proprietà (soprattutto borseggio, furto di automobile o in appartamento) sono irregolari. E quanto alla percezione dell’insicurezza secondo l’Istat se “nell'opinione pubblica è diffusa la percezione di un aumento del senso di insicurezza dei cittadini, più che dalla gravità dei reati (ad esempio gli omicidi che rappresentano eventi relativamente rari) questo dipende dalla loro diffusione e visibilità”.
Nel suo rapporto l’Istat analizza anche la percezione del problema sicurezza dei cittadini italiani dal 1993: la quota di famiglie che percepiscono un rischio di criminalità elevato ha toccato un minimo nel 2003, per poi crescere e arrivare al 35 per cento tra il 2006 e il 2007. L'aumento massimo, del 10 per cento, dal 1993 si è registrato nel Nord-Est. Se si considera solo l'anno scorso, l'incremento più forte si è registrato nel Nord-Ovest, dove la quota di famiglie “preoccupate” è passata dal 33 al 38,4 per cento. E lo dico ai miei lettori di Brembio che per nostra sfortuna negli ultimi due anni in molti hanno vissuto “in casa” situazioni di insicurezza.
Ma vediamo qual è la situazione generale della presenza straniera in Italia. Poco meno della metà degli stranieri residenti è assorbita da cinque differenti cittadinanze: Romania (circa 640.000), Albania (oltre 400.000), Marocco (circa 370.000), Cina (circa 160.000) e Ucraina (135.000). L'età media degli stranieri residenti in Italia è compresa tra i 18 e i 39 anni. Gli immigrati risiedono prevalentemente nelle regioni del Nord e del Centro del Paese: il 36,3 per cento nel Nord-Ovest, il 27,3 per cento nel Nord-Est, il 24,8 per cento nel Centro e l'11,65 per cento nel Mezzogiorno. Uno straniero su quattro è residente in Lombardia, mentre proporzioni superiori al 10 per cento del totale degli stranieri residenti si registrano in Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Altissimo il tasso di migrazione interna degli immigrati regolari: nel 2007 si è spostato in un'altra provincia, prevalentemente del Nord, il 60 per cento dei residenti.
Gli analisti dell'Istat hanno anche indagato sugli effetti della regolarizzazione del 2002, quando tramite la legge Bossi-Fini sono state sanate 316.000 posizioni irregolari e attraverso la 222/02 sono stati regolarizzati altri 330.000 immigrati. A distanza di cinque anni risultavano regolarmente stabilizzati in Italia il 78 per cento dei “regolarizzati” nel 2002. Appare evidente che una presenza regolarizzata porti effetti positivi per il Paese. Questo significa che lo Stato deve fare ogni sforzo per ridurre al minimo la presenza indesiderata di clandestini sul territorio nazionale, usando ogni mezzo possibile anche il più duro che non leda comunque la dignità umana. Il governo attuale ha cominciato un percorso in tal senso che deve essere portato avanti con fermezza, in modo da propagandare dovunque il messaggio che l’Italia è solidale con gli immigrati regolari, ma è contro l’immigrato clandestino ed è nemico “senza se senza ma” dell’immigrato clandestino che delinque.
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